L’inquinamento atmosferico delle aree urbane è comunemente detto smog, parola derivante dall’accoppiamento delle due parole inglesi smoke (fumo) e fog (nebbia). Si possono distinguere due tipi di smog con caratteristiche differenti: smog tipo Londra (Smog Londra o classico) e smog tipo Los Angeles (o fotochimico) dal nome delle città in cui questi tipi di inquinamento atmosferico si sono presentati in maniera caratteristica.
Smog tradizionale o classico
Lo “Smog tradizionale” (o “Smog classico”), tipo Londra, è dovuto all’azione di biossido di zolfo e particolato nelle ore prossime all’alba in condizioni di bassa insolazione, bassa velocità del vento, temperatura prossima a 0°C (stagione autunnale ed invernale). Si forma per il ristagno nell’atmosfera delle particelle solide e dell’anidride solforosa prodotti dalla combustione, a seguito di condizioni meteorologiche favorevoli all’instaurarsi dei fenomeni di inversione termica. E’ lo smog tipico delle grandi città italiane nel periodo invernale, in cui avviene a volte anche il blocco del traffico per riderne la quantità.
Smog fotochimico
Lo Smog fotochimico è dovuto, invece, all’azione di vari ossidi, ozono ed altri composti organici volatili sotto l’azione della radiazione solare. Si verifica nelle stagioni più calde nelle ore centrali della giornata in presenza di alta insolazione e bassa velocità del vento. Poiché gli ossidi ed i composti organici volatili sono fra i componenti principali delle emissioni nelle aree urbane, le città poste nelle aree geografiche caratterizzate da radiazione solare intensa e temperatura elevata, come quelle mediterranee, costituiscono dei candidati ideali allo sviluppo di episodi di inquinamento fotochimico intenso. lo smog fotochimico rappresenta un problema per la salute dell’uomo, degli animali e delle piante. I principali effetti sono una forte irritazione agli occhi e difficoltà nella respirazione. Purtroppo, dato che le reazioni che portano alla formazione di agenti fotochimici sono molto complesse, e la loro distribuzione è legata alle condizioni meteorologiche, risulta difficile prevederne l’evoluzione e prendere conseguentemente i dovuti provvedimenti.
L’inquinamento nelle città italiane
Il problema dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane non deve essere preso alla leggera. Secondo un’inchiesta di Legambiente, nel 2016 oltre 32 città hanno superato la soglia massima consentita dalla legge. I dati sono piuttosto allarmanti, tanto che immediatamente sono stati presi provvedimenti per limitare il traffico, soprattutto nelle città più inquinate come Torino, Milano e Frosinone. Provvedimenti che risultano però insufficienti. Dovrebbero essere progettate delle piste ciclabili per garantire la possibilità di spostarsi in bicicletta, ad esempio, e occorrono incentivi all’acquisto e all’utilizzo delle auto ibride o elettriche. E’ importante fornire ai cittadini una buona rete di trasporti pubblici. Senza dimenticare il ramo del riscaldamento domestico, spesso dotato di soluzioni obsolete dal grande impatto ambientale. La soluzione, in sostanza, deve essere cercata e messa in atto su più fronti.
Va considerato che lo smog, per particolari mansioni svolte in prevalenza in ambienti soggetti a tale fattore di rischio, deve essere incluso nel processo di Redazione del documento di valutazione dei rischi oltreché nella sorveglianza sanitaria.