Le polveri di legno duro, generate durante la lavorazione del legno, rappresentano un rischio cancerogeno per i lavoratori. La loro inalazione è collegata a gravi patologie respiratorie e a un aumento del rischio di comparsa tumori.
Per questo motivo, il D. Lgs 81/2008, nell’ambito della gestione del rischio cancerogeno, prevede degli adempimenti obbligatori a carico del Datore di Lavoro.
Indice
- Polveri di legno duro: cosa sono
- Polveri di legno duro: rischi per la salute e sicurezza
- La normativa – Valutazione del rischio cancerogeno
- Polveri di legno duro: valore limite di esposizione
- Misure di prevenzione e protezione
- Il registro degli esposti
- Dispositivi di protezione individuale
Polveri di legno duro: cosa sono
Le polveri di legno duro sono micro-particelle di legno che si generano principalmente durante le lavorazioni meccaniche come segatura, piallatura, levigatura e perforazione di legni duri quali faggio, quercia e castagno. Per un approccio preventivo, in considerazione della variabilità della sua composizione, si conviene che il legno duro è sempre presente anche nelle parti di miscela legnosa, come ad esempio il compensato.
Queste particelle, in funzione della loro dimensione e forma, possono essere facilmente inalate, comportando un rischio significativo per la salute dei lavoratori.
I settori più esposti a questo rischio comprendono l’industria della produzione di mobili, la lavorazione del legno, la carpenteria e il settore edile, dove il legno viene impiegato per realizzare porte, finestre, strutture, oltre alla produzione di strumenti musicali e oggetti artigianali.
Polveri di legno duro: rischi per la salute e sicurezza
Le polveri di legno duro sono classificate come agenti cancerogeni di Gruppo 1 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), a causa dell’evidente correlazione tra esposizione e tumori nasali e dei seni paranasali.
Oltre al rischio oncologico, l’esposizione può provocare altre patologie, quali asma, bronchiti croniche, dermatiti allergiche, e gravi irritazioni a livello oculare e respiratorio.
La loro pericolosità non è legata solo alla composizione chimica del legno, ma anche alla capacità delle particelle di depositarsi profondamente nelle vie respiratorie, provocando danni anche a lungo termine.
La normativa – Valutazione del rischio cancerogeno
Il D. Lgs 81/2008 impone al Datore di Lavoro precisi obblighi in tema di prevenzione e protezione contro l’esposizione ad agenti cancerogeni. Il Titolo IX, Capo II del Decreto, “Protezione da agenti cancerogeni e mutageni”, in accordo con quanto previsto dall’articolo 17, prevede che il Datore di lavoro debba effettuare una valutazione del rischio legato all’esposizione agli agenti cancerogeni, tra cui le polveri di legno duro.
La valutazione deve tener conto delle caratteristiche delle lavorazioni, della loro durata e della loro frequenza, dei quantitativi di agenti cancerogeni e le modalità di esposizione.
Al fine di quantificare l’esposizione dei lavoratori è necessario che il Datore di Lavoro effettui delle analisi ambientali volte alla ricerca della concentrazione delle polveri di legno duro disperse nel luogo di lavoro.
Polveri di legno duro: valore limite di esposizione
Con il Decreto Legislativo 44/2020, è aggiornato il valore limite di esposizione professionale relativo alle poveri di legno duro.
Il decreto infatti, aggiorna quanto sancita dall’Allegato XLIII del D. Lgs 81/2008, prevedendo una riduzione del valore limite di esposizione, ponderato su 8 ore, pari a 2 mg/ m³.
Misure di prevenzione e protezione
Il Titolo IX, in accordo con quanto previsto dalle misure generali di tutela di cui all’articolo 15 del D. Lgs 81/2008, prevede che debbano essere messe in atto adeguate misure di prevenzione e protezione volte a ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori. In particolare
- Sostituzione dei prodotti composti in legno duro, con prodotti che contengono altre tipologie di legname, al fine di eliminare il fattore di rischio.
- Riduzione dell’esposizione: l’adozione di misure come l’aspirazione localizzata, l’uso di macchinari idonei e la separazione degli ambienti di lavoro è fondamentale per minimizzare la dispersione delle polveri nell’ambiente;
- Monitoraggio ambientale della concentrazione delle polveri attraverso piani di campionamento e analisi ambientali regolari;
- Informazione e formazione dei lavoratori: i lavoratori devono essere istruiti sui rischi derivanti dall’esposizione e sulle procedure per proteggersi adeguatamente, inclusa la scelta e l’uso corretto dei DPI;
- Pulizia dei luoghi di lavoro, volta a ridurre il quantitativo di polvere depositata a terra che potrebbe risollevarsi con lo spostamento d’aria e che potrebbe quindi generare un’esposizione secondaria dei lavoratori;
- Adeguate prassi igieniche, come la dotazione di servizi igienici idonei dotati di docce e spogliatoi cona armadietto a doppio scomparto, per esporre al fattore di rischio le persone a stretto contatto con i lavoratori;
- Sorveglianza sanitaria del personale, effettuata mediante la nomina del Medico Competente.
Il registro degli esposti
I lavoratori esposti alle polveri di legno duro devono essere iscritti nel registro degli esposti, che viene aggiornato periodicamente dal Datore di Lavoro con la collaborazione del Medico Competente, nell’ambito delle visite effettuate per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori. Questo registro deve riportare l’attività svolta, il livello di esposizione e ogni variazione significativa delle condizioni di rischio.
Il Datore di Lavoro è tenuto a inviare periodicamente il registro all’INAIL e agli organi di vigilanza competenti per il monitoraggio costante della situazione sanitaria dei lavoratori esposti.
Dispositivi di protezione individuale
Nell’ambito delle attività che comportano esposizione a polveri di legno duro, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) rappresenta una misura fondamentale per ridurre il rischio di inalazione e contatto.
In particolare, è necessario fornire ai lavoratori maschere antipolvere con filtri specifici per particelle solide e cancerogene, come quelli di classe P3, in grado di bloccare le particelle di dimensioni più ridotte e quindi più pericolose.
Inoltre, per proteggere la pelle, è consigliato l’uso di guanti e di indumenti a copertura completa per evitare il contatto prolungato con la polvere.
Nell’ambito dell’obbligo di consegna dei DPI, il Datore di Lavoro deve garantire formazione ed addestramento sull’uso corretto e sulla manutenzione degli stessi, per assicurarne l’efficacia nel tempo della protezione.