Il 18 giugno 2015 avrà inizio per tutti musulmani il mese sacro di Ramadan che, per il calendario lunare adottato da Maometto, può avere una durata di ventinove o trenta giorni: dall’alba al tramonto dovranno astenersi, tra l’altro, dal mangiare e dal bere.

Il digiuno durante il mese del Ramadan è un atto basilare di culto, obbligatorio per tutti coloro che professano l’islamismo, ad esclusione di alcune categorie di persone (anziani, malati cronici, donne in gravidanza e allattamento, …).

Per alcune attività lavorative però l’astensione dal mangiare può comportare un aumento dei rischi di infortunio sul lavoro. Alessandra Ligi, direttore territoriale Inail di Perugia-Terni in occasione di una conferenza stampa ha affermato “Tale aspetto, unito all’obbligo da parte del datore di lavoro di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute del lavoratore, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” impone in questo periodo una particolare attenzione nei confronti di questi lavoratori”.

I potenziali pericoli a cui sono esposti i musulmani in questo periodo comprendono la disidratazione, l’ipoglicemia, la perdita di coscienza. I datori di lavoro dovrebbero inoltre valutare lo sforzo fisico richiesto dalla mansione e le temperature elevate stagionali che potrebbero comportare ulteriori pericoli per la salute degli osservanti.

Con questi presupposti l’Inail di Perugia-Terni, in la collaborazione con il Cesf di Perugia, il Servizio Prevenzione e Protezione dell’Asl Umbria 1, il Gised ed il Conup, hanno promosso un depliant informativo “Sicurezza e intercultura, il Ramadan” mirato a sensibilizzare i datori di lavoro su tale aspetto.

Nove sintetici punti che propongono una procedura per affrontare e gestire al meglio questo particolare momento della vita lavorativa dei musulmani:

  1. Verificare quanti dei propri lavoratori seguono il ramadan;
  2. Segnalare al medico competente i lavoratori al fine di prevenire effetti avversi nei soggetti maggiormente sensibili al digiuno(malattie metaboliche, cardiopatie, epatopatie, turbe endocrine, anziani, particolari trattamenti terapeutici..);
  3. Predisporre un piano di lavoro per garantire una distribuzione dei carichi di lavoro che tenga conto del digiuno dei propri lavoratori;
  4. Favorire momenti di recupero durante la giornata lavorativa;
  5. Predisporre un piano di monitoraggio per la sicurezza durante il periodo del ramadan con i lavoratori coinvolti;
  6. Predisporre delle misure di supporto in caso di malore per questi lavoratori in modo specifico (acqua, ghiaccio, zucchero, sali minerali, ecc.);
  7. Garantire momenti di informazione/ formazione sul rapporto tra lavoro e digiuno avvalendosi di mediatori culturali (se sussistono problemi di comunicazione);
  8. Assicurare, durante il periodo, un coordinamento con il medico competente ed i necessari raccordi con l’emergenza pubblica (118);
  9. Segnalare e registrare situazioni di malore in questa categoria di lavoratori,comunicandole al medico competente

Il depliant inoltre riporta gli obblighi normativi previsti per i Datori di Lavoro e per i lavoratori e suggerisce utili e pratiche misure di prevenzione e protezione.

Altra iniziatica interessante è l’opuscolo questa volta promosso dall’ASL di Mantova in collaborazione con il CPP Agricoltura “Attenzione al gran caldo! Semplici azioni per evitare i danni da calore sul lavoro”. Il Depliant, simile al primo nella trattazione dei rischi e nelle misure di prevenzione adottabili, ha però la peculiarità di essere proposto in 4 lingue: italiano, inglese, francese e arabo.

Fonte: INAIL

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